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COME POSSIAMO CRESCERE INSIEME
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Sei in: Archivio  La Repubblica  2012  11  22 
COME POSSIAMO CRESCERE IN...
Una carriera lampo nella diplomazia della Federazione. Preparazione e competenza. Dal Ministero degli Affari Esteri a Roma. «Dobbiamo rafforzare ed estendere la strada della cooperazione». Aleksei Yurievich, Lei una volta ha detto che i russi sono dei napoletani nordici. I suoi otto anni di lavoro in Italia l' hanno convinta dell' esattezza di questa tesi? Sì, siamo molto simili. Innanzitutto dal punto di vista culturale e psicologico. Spesso la facilità di comprendere le reciproche mentalità porta i russi e gli italiani a realizzare insieme grandi progetti economici, a una positiva e stretta cooperazione nell' arena internazionale. Ne è un chiaro esempio l' aereo Superjet-100. Gli imprenditori russi non temono la situazione di crisi in Italia? Il clima economico locale è favorevole agli investimenti ? Gli italiani hanno prestato particolare attenzione all' entrata di Lukoil sul mercato italiano. Le prime intese per l' acquisto di attivi in Italia da parte della compagnia russa sono precedenti alla crisi del 2008. Ma anche dopo l' inizio della crisi, in una situazione mutata, Lukoil ha mantenuto tutti gli impegni assunti. Quest' anno è stato siglato l' acquisto di una grossa azienda vinicola italiana (Gancia, ndr) da parte di un' azienda russa. Inoltre, per sostenere le piccole e medie imprese italiane e russe nella Federazione e nei Paesi dell' Unione Europea, in occasione della visita ufficiale in Russia del presidente del Consiglio italiano Mario Monti, lo scorso luglio, Gazprombank ha i rmato con Intesa Sanpaolo un accordo per la creazione di un fondo comune di investimenti diretti. La Carta europea dell' energia e il Terzo pacchetto energetico dell' Unione Europea rendono più complicata la cooperazione italo-russa? Questo tema, che crea un po' di tensione nei rapporti tra la Russia e l' Ue, ha risvolti i losoico-politici. Se si vuole restare un collaboratore affidabile e prevedibile, non si possono cambiare le regole del gioco in corsa, o per lo meno, prima di farlo bisogna consultarsi con i propri partner. Invece, purtroppo, veniamo messi di fronte al fatto compiuto, e non solo in materia di energia. È successo anche nel campo dei trasporti aerei. Qui potrebbero subire dei danni non solo la Russia, ma anche gli Usa, la Cina e altri Stati. Ci sono dei temi che richiedono un' approfondita trattazione congiunta. È vero, alcune decisioni che sono adottate a Bruxelles sono obbligatorie per tutti i Paesi membri dell' Ue. In questo caso l' Italia non è un' eccezione. Per questo motivo è anche importante che questi Paesi con insistenza dovranno spiegare alla Commissione Europea quali di queste decisioni possono nuocere ai loro interessi nazionali. Il nostro tempo è caratterizzato da un inasprimento della concorrenza, tanto in campo economico quanto in campo politico. All' ambasciatore della Federazione Russa in Italia capita di scontrarsi con questo fattore? Un vantaggio per i due Paesi è il carattere complementare delle nostre economie. Non abbiamo necessità di ingaggiare un' aspra concorrenza, benché ciascuna parte difenda i propri interessi nazionali. Ciò riguarda anche il lavoro in Paesi terzi, dove abbiamo dei progetti congiunti nella sfera dell' energia e delle attrezzature militari. Roma ha rappresentato un fattore importante nello sviluppo dei rapporti della Russia con l' Ue e con la Nato e nella creazione del Consiglio Russia-Nato. Il cambio di governo in Italia ha mutato l' atmosfera amichevole dei rapporti italo-russi? I nostri rapporti conservano dinamismo. Con l' Italia abbiamo un formato di relazioni unico nel suo genere, il "2+2": dei colloqui congiunti a cadenza regolare tra i rispettivi ministri degli Esteri e della Difesa. Roma non applica di certo questo schema a tutti i suoi partner stranieri. È un' ulteriore testimonianza del carattere privilegiato del dialogo tra Russia e Italia. Prossimamente, per discutere della preparazione della sezione economica delle consultazioni interstatali tra i due Paesi ai massimi livelli, si incontreranno i copresidenti del Consiglio russo-italiano per la cooperazione economica, industriale e i nanziaria, il vice premier della Federazione Russa, Arkadij Dvorkovich, e il ministro degli Esteri italiano, Giulio Terzi. Esistono potenziali punti di incontro con l' Italia riguardo alle problematiche più scottanti all' ordine del giorno nell' arena internazionale? Si svolgono regolarmente incontri tra i nostri ministri degli Esteri a latere degli eventi internazionali. È in vigore un meccanismo di consultazioni a livello dei loro primi vice. Naturalmente, l' Italia, in quanto membro della Nato e dell' Ue, si attiene alla linea concordata in seno a queste organizzazioni. Il tema dell' Euro-Pro occupa una posizione chiave nei nostri colloqui "2+2". La Russia e l' Italia hanno firmato un protocollo sulla riammissione. Si può pensare a una semplificazione delle procedure per ottenere i visti, indipendentemente dall' accordo di Schengen? Questo è poco probabile. Benché io abbia sentito dire più volte, anche dai colleghi stranieri, che si tratta più di una questione politica che di reale prassi giuridica. Per ora possiamo solo agire con la maggiore l essibilità possibile nell' ambito di Schengen.Vi sono stati precedenti con alcuni Stati molto accondiscendenti, ma a mio avviso la cosa più importante in questo momento è ottenere la deinitiva abolizione dei visti. È questo l' obiettivo che dobbiamo perseguire, anche tenendo conto delle direttive che il governo russo ha rivolto al nostro servizio diplomatico. Sì, il via è stato dato dall' Italia. Uno dei primi, se non il primo accordo sulla sempliicazione delle procedure per i visti, la Russia l' ha irmato con l' Italia, ancor prima di sottoscrivere l' accordo quadro generale con l' Ue. Ma le agevolazioni contenute nel documento riguardavano i contatti ufficiali, di affari e culturali. Per allontanare i timori da parte del gruppo Schengen dell' Unione Europea, un anno fa abbiamo sottoscritto con l' Italia anche un accordo sulla riammissione. Cosa prevede? L' Italia è favorevole a passare alla libera circolazione senza visti. Il che è dettato da un giusto interesse pragmatico. Il ministro italiano del Turismo e i grandi operatori di questo settore comprendono che il problema dei visti frena la crescita della presenza russa in Italia. Un trend in salita, che, specie in un periodo di crisi come quello attuale, assume grande rilevanza nell' economia della Penisola. Il numero dei turisti della Federazione, riferiscono i dati ufficiali, ha superato il mezzo milione di persone nell' ultimo anno. Secondo le nostre stime, si può raddoppiare questa cifra, perché parte dei turisti viaggia con visti a ingresso multiplo.
22 novembre 2012 30 sez. ALTRO

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